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La riproduzione dei pesci pagliaccio Amphirion ocellaris By Nando D'Amora

Il papà mentre cura la prole

Un po’ di storia Acquariofilo incallito da molti anni, non mi sono mai limitato alla sola osservazione degli ospiti presenti nelle mie vasche ma ho sempre cercato di cimentarmi in nuove e continue sfide sin dai primi approcci con questo fantastico hobby. Una di queste sfide è stata la riproduzione di pesci d’ acqua dolce  e salata, ovipari e ovovivipari, d’acqua fredda e calda, cogliendo sempre l’occasione quando mi si è presentata. Spesso riuscendo nel mio intento riproducendo gambusie, pesci rossi, guppy, discus, scalari, platy, ramirezi, ecc……..fino all’ultima sfida con i pesci pagliaccio(ocellaris). Essendo la prima volta che tentavo la riproduzione di pesci marini ,molto più difficili da alimentare nella fase iniziale rispetto a quelli di acqua dolce, quest’ultima forse è stata quella che mi ha coinvolto maggiormente nonostante il mio limitato tempo libero e pochissimo spazio a disposizione. La sfida inizia circa un anno e 1/2 fa durante il mese di agosto quando, ormai stufo di vedere la  mia coppia di ocellaris deporre regolarmente ogni 20gg ,e gli avannotti finire inesorabilmente vittima sia degli altri abitanti che delle attrezzature del “mio reef casalingo”, decisi  di lanciarmi nell’impresa.

Tengo a precisare che quanto riporterò di seguito è solo frutto di una mia esperienza e  certo non è il metodo migliore per allevare dei pesci marini ma può dare delle indicazioni su come cimentarsi a livello hobbistico in un tentativo di riproduzione con modesti mezzi a disposizione ………….. e togliersi uno “sfizio”.

Cosa serve prima di iniziare con una breve descrizione: -una coltura di fitoplancton ben avviata -una coltura di rotiferi -delle vaschette di modeste dimensioni -un buon aeratore -dei mini riscaldatori -una siringa 60-100ml -dei tubicini rigidi per aeratori -più schiuditoi per artemie e cisti di buona qualità -un po’ di spazio disponibile e tanta pazienza!!!! Ah……serve anche una coppia di pesci sessualmente maturi!

Fitoplancton:
Per fitoplancton si intende l'insieme degli organismi autotrofi fotosintetici presenti nel plancton. Il fitoplancton si trova alla base della catena alimentare nella stragrande maggioranza degli ecosistemi acquatici. Esso è composto da varie specie di alghe mono- e pluricellulari che riescono a sintetizzare la materia organica utilizzando le sostanze inorganiche disciolte nell'acqua e la radiazione solare come fonte di energia. Le alghe unicellulari più adatte al nostro scopo (allevare/arricchire i rotiferi) sono le nannochloropsis salina  molto piccole,circa 2 micron, e abbastanza semplici da allevare. Gli inoculi di queste alghe possono essere reperiti su diversi siti specializzati  cosi come il fertilizzante per alimentarle. Esse vanno allevate  in acqua con un contenuto salino pari ad un peso specifico compreso tra 1.016 - 1.020  assicurando un abbondante movimento dell’acqua per mezzo di un aeratore con cui fornire grosse bolle d’aria (senza pietra porosa) A tale scopo come contenitori per l’allevamento, si possono utilizzare delle semplici bottiglie, buste o reattori specifici illuminati con neon fitostimolanti per almeno 16-20 ore  al giorno. Le dimensioni dell’impianto di produzione di fito devono essere ben rapportate alle nostre  esigenze giornaliere dato l’elevato consumo.


  

Alcuni esempi di allevamento

Rotiferi (brachionus plicatilis): Il Brachionus plicatilis è un microscopico invertebrato (vedi foto) con una lunghezza che va dai 100 ai 340 mm ed è formato approssimativamente da 1.000 cellule . L’epidermide presenta un involucro denso di proteine come la cheratina detto "lorica", che termina alla sua estremità con sei spine occipitali. La struttura del corpo  è divisa in tre parti: testa, tronco e piede. La testa porta l’organo rotatorio o corona, composta di due bande ciliate dette il trochus e il cingulum. Le bande sono disposte come due organi ciliari a forma di ruota da cui deriva il nome. La corona retrattile permette la locomozione e un movimento a mulinello nell’acqua che facilita l’assunzione di piccole particelle di cibo. La riproduzione avviene tramite uova non fecondate che daranno sempre femmine, infatti, le popolazioni di Rotiferi sono composte comunemente da femmine che si riproducono senza la presenza dei maschi. I maschi compaiono solo quando si verificano condizioni ambientali sfavorevoli che posso decimare la popolazione. Per superare quest'inconveniente i Rotiferi, come le Artemie, producono uova perenni e per ottenere la formazione di questo tipo d'uova è necessario che siano fecondate dai maschi. Il ciclo di vita di una singola femmina è di circa sette giorni a 25 °C, un giovane di Rotifero diventa adulto dopo 24 ore e inizia a produrre uova ogni 4 ore circa, che si schiudono dopo altre 15 ore. Essendo filtratori si alimentano di tutto ciò sia alla portata della loro bocca, alghe, batteri, particelle in sospensione, funghi, ecc…….. e questa caratteristica si rileva molto utile per alimentare in modo indiretto gli avannotti  con sostanze che altrimenti non mangerebbero. Essi riescono a proliferare in acque con un elevato range di salinità 1.010 - 1.040 ma nel nostro caso è preferibile allevarvi alla stessa densità dell’acqua di accrescimento degli avannotti (onde evitare grossi sbalzi di salinità durante la somministrazione). Per l’allevamento utilizzeremo dei contenitori o bottiglie trasparenti in cui inoculeremo una piccola quantità di rotiferi e del fito in modo da rendere l’acqua di colore verdino. Tale soluzione deve essere tenuta in movimento con un sistema simile a quello per il fito  ed esposta ad una moderata illuminazione……….cosa importante l’acqua non deve mai diventare cristallina poiché significherebbe che i rotiferi sono rimasti privi di cibo.





Vasche: Per quanto riguarda il discorso delle vasca di accrescimento c’è da sbizzarrirsi, cosa importante a mio parare, è che nella fase iniziale  esse non siano troppo grandi onde evitare un eccessivo spreco di energia da parte dei piccoli avannotti per la ricerca del cibo.  La misura ideale per le prime settimane dovrebbe essere non superiore ai 5 litri per poi passare dopo un mesetto o due a vasche intorno ai 20 litri. Per i più esigenti, si potrebbe realizzare una batteria di vasche preposta a tale scopo, come quelle in foto da me realizzata che semplifica notevolmente le operazioni di manutenzione giornaliera

es. di comuni  vaschette per l'allevamento

struttura da me realizzata

Aeratore:
Siringa con tubicino:
Riscaldatore:
Schiuditoio per artemie + cisti:

La coppia: Ottenere una coppia di pagliaccetti è una cosa abbastanza semplice se allevati  in condizioni accettabili  poiché essi sono ermafroditi. I pagliaccetti  sono notoriamente molto territoriali per cui, se si dispone di una vasca non molto grande ,è bene acquistare due o più esemplari contemporaneamente in modo da farli familiarizzare con l’ambiente evitando cosi inutili e pericolose lotte. Una volta che si saranno ambientati ,si formerà una gerarchia di tipo matriarcale dove la femmina (più grande fisicamente) la farà da padrona ed assieme al suo compagno, l'unico maschio sessualmente maturo, occuperà un anemone o altro corallo. Gli altri componenti del gruppo ,non ancora sessualmente maturi ,vivranno nelle vicinanze. Alla morte della femmina dominante il partner muterà sesso assumendo il ruolo della femmina (accrescendo le sue dimensioni) e contemporaneamente il maschio più maturo farà un salto nella gerarchia diventando il maschio dominante.

La mia coppia
Genitore durante le operazioni di cura

La deposizione delle uova avviene nelle immediate vicinanze dell’anemone (o altro invertebrato con cui sono andate in simbiosi) e guardate/accudite/difese prevalentemente  dal maschio fino al momento della schiusa. Nelle ore precedenti alla deposizione i due genitori inizieranno a pulire freneticamente il substrato scelto fino a renderlo praticamente lucido. In questa fase saranno ben distinguibili anche gli organi riproduttivi.(vedi foto)

Ovositore

Una volta preparato il substrato inizierà la fase di deposizione, un vero spettacolo della natura, in cui la femmina depone le uova ed il maschio la affianca fecondandole. In pochi giorni le uova  cambieranno  di colore passando dall’arancio al grigio  e le  larve inizieranno ad essere ben distinguibili.



Particolare delle uova dopo 4gg


Macro delle uova in cui si notano gli avannotti quasi del tutto formati

La schiusa delle uova, in base alla temperatura dell’acqua, avviene tra l’ottavo e dodicesimo giorno, 1-2 ore dopo l’inizio della fase di buio (notte-spegnimento delle luci) e tale evento è prevedibile (ad un occhio attento) poiché gli occhi delle larve saranno ben visibili e di colore molto argenteo. Le larve, in natura, vengono disperse dalla corrente fino a quando non trovano un anemone atto ad ospitarle, ma nel nostro caso qui inizia l’avventura.

Come procedere: Una delle fasi più difficili è la raccolta delle larve (avannotti) poiché questi sono molto piccoli, delicati, e facili prede degli altri eventuali ospiti dei nostri acquari nonché vittime delle pompe di movimento e sistemi di filtraggio.

Avannotti appena schiusi (foto scattata senza flash per non accecare le larve)

Quindi,in generale, le  cose da fare quando sta per avvenire la schiusa sono: spegnere le pompe di movimento, lasciare la stanza al buio o illuminata con una luce molto debole, poi quando le larve inizieranno a liberarsi aiutate dai genitori con dei forti scossoni dall’acqua,  bisognerà illuminare con una torcia un punto non troppo lontano da quello di schiusa affinché questi vengano attratti  e quindi più facilmente catturabili con l’aiuto di un bicchiere o similari. Una volta catturati gli avannotti bisognerà trasferirli in una nursery,vaschetta adibita allo svezzamento, molto delicatamente e seguendo delle fasi ben precise: -versare nella vasca 1-2 litri di fitoplancton*. -portare la soluzione alla stessa temperatura                dell’acqua della vasca (per evitare shock termici agli avannotti)* -inserire un tubicino rigido nella soluzione, collegato ad un aeratore, fornendo delle bolle d’aria grandi e molto lentamente giusto per mantenere in leggero movimento il liquido* -versare delicatamente le larve -illuminare la vaschetta con una luce molto debole * ovviamente le prime tre fasi è bene farle a priori.
Il giorno successivo se l’operazione è stata eseguita correttamente senza stressare troppo i piccoli avannotti,  essi inizieranno a nuotare nel brodo verde alla ricerca di cibo.


Il giorno dopo

Se invece l’operazione non è andata a buon fine allora, con l’aiuto della siringa, si dovrà procedere all’aspirazione di tutte le larve che purtroppo non hanno superato le prime ore di vita.

Avannotti che non hanno superato le prime ore di vita

Purtroppo nei primi giorni molti di essi, i più deboli, nonostante tutte le nostre cure non ce la faranno e dovranno essere aspirati onde evitare eccessive proliferazioni batteriche e deterioramento della qualità dell’acqua. Dal secondo giorno in poi, si dovrà procedere quotidianamente alla somministrazione di fito fresco in modo da mantenere sempre la soluzione di un bel verde carico. Questa operazione, anche se all’apparenza può sembrare banale , deve essere eseguita con una certa metodica onde evitare danni ai piccolini. Io faccio cosi: - aspiro, con l’aiuto di un tubicino per aeratore, una quantità  d’acqua pari a quella da reintegrare con il fito e nel contempo, risucchio anche tutti i depositi dal fondo - poi, verso nella vasca il fito fresco con un sistema goccia a goccia per evitare sbalzi termici e chimici troppo bruschi alle larve.  Dal terzo giorno in poi, quando le larve sono diventate più attive e veloci,  si possono somministrare anche i rotiferi assieme al fito che, con il loro movimento, stimolano le larve alla predazione. I rotiferi purtroppo, come ben noto, da un punto di vista nutrizionale sono molto poveri e per tale motivo l’ideale sarebbe arricchirli con sostanze/mangimi  specifici tipo Selco……ma se non si hanno grosse pretese (se si stanno allevando le larve solo per hobby) può bastare lo stesso fito come mangime arricchitore magari con l’aggiunta di un po’ di astaxanthin  che favorisce la colorazione degli avannotti. Inoltre, durante questa fase, bisogna prestare molta attenzione affinché l’acqua di allevamento delle larve non diventi troppo limpida a causa dell’eccessiva proliferazione di rotiferi, poiché questo ne  provocherebbe la perdita di molte di esse. Questo tipo di alimentazione dovrà essere ripetuto più volte al giorno per circa 15 gg. In questo periodo, se tutto procede per il verso giusto, si vedranno giorno dopo giorno le larve assumere la forma dei genitori ed inizieranno ad assumere anche il caratteristico tipo di nuoto della specie. Questa metamorfosi diventa abbastanza evidente dopo circa 7-10 giorni, infatti in questa fase inizieranno ad assumere il colore arancio e si evidenzierà la prima banda bianca all’altezza della testa.

A confronto con l'unghia del mio indice

Dal quindicesimo giorno in poi in aggiunta al fito ed ai rotiferi si potranno somministrare anche delle larve di artemia appena nate per arricchire la dieta e favorirne lo sviluppo. Dopo circa 20 gg gli avannotti ormai saranno diventati abbastanza grandi ( sarà comparsa anche la seconda banda bianca) da essere alimentati  esclusivamente con larve di artemia, appena nate e possibilmente arricchite come per i rotiferi. Quindi si potrà sospendere la somministrazione di fito/rotiferi e, opportunamente, trasferire gli avannotti in una vaschetta con acqua limpida. A questo punto possiamo dire che la maggior parte dei pericoli sono scampati e i nostri sforzi dovranno essere concentrati nella cura quotidiana della qualità dell’acqua e nella somministrazione di una sufficiente quantità di nautili di artemia  almeno 4-5 volte al giorno . Col passare dei giorni si potrà iniziare a somministrare anche del mangime in scaglie finemente sminuzzato in modo da abituare i piccoli pagliaccetti all’assunzione graduale di questo tipo di cibo. Dopo circa 40-50gg gli avannotti avranno imparato ad accettare il secco e quindi si potrà  anche sospendere la somministrazione di naupli di artemia per rendere più semplici e meno impegnative le operazioni di alimentazione (è consigliabile continuare con le artemie per almeno una 20ina di giorni ancora). Inoltre, a questo punto, si possono  somministrare, a giorni alterni, anche dei ciclop-eeze che essendo ricchi di astaxanthin favoriranno la colorazione dei pesci.


Una cosa da non sottovalutare è anche l’illuminazione della vasca di accrescimento poiché se non presente o troppo debole può indurre una scarsa pigmentazione dei pesci come si nota in foto:



Mentre con una corretta alimentazione ed illuminazione.......si presenteranno così:


Dopo 4/6 mesi misureranno 3/4 cm di lunghezza e potranno essere trasferiti in un acquario più grande o anche in uno di comunità munito di opportune griglie di protezione per pompe e tracimazione, a patto che non vi siano altri ospiti molto aggressivi .

Ad un anno dalla nascita nel mio reef-casalingo

Concludo sperando di aver fatto cosa gradita nel descrivervi questa mia esperienza e attendo notizie su eventuali vostri tentavi o successi nella riproduzione di pesci marini.

Un caloroso saluto da Nando

Questo e tanti altri meravigliosi articoli, li trovate disponibili anche qui 
Ringrazio il forum Reefitalia (con il quale collaboro) ed in particolar modo l'amministratore Mauro Milanesi, per avermi autorizzato alla pubblicazione dell'articolo.

Daniele Russo

2 commenti:

  1. Ciao ottime indicazioni!! Io ho una coppia che ha deposto da 6 giorni, sto seguendo i tuoi consigli riesco a vedere gli occhietti color argento ma mi sembrano ancora piccole le uova.. Bisogna alimentarle anche prima che nascano? Le ho divise dai genitori sennò le mangiavano. Grazie Nicola

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  2. Ciao Nik, i piccoli vanno alimentati direttamente solo dopo che si sono schiuse le uova, per la tipologia di alimento, segui la guida che ho pubblicato

    Saluti
    Daniele russo

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